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Rocky Balboa vs Ivan Drago

                                                                   Rocky IV

è un film del 1985 scritto, diretto e interpretato da Sylvester Stallone.

È il terzo sequel del fortunato Rocky del 1976 e, come i precedenti episodi, è appunto sceneggiato, diretto e interpretato da Stallone e prodotto da Robert Chartoff e Irwin Winkler.

 

Girato durante gli anni centrali della Guerra fredda[1][2], questo episodio della saga ha come soggetto la rivalità tra Rocky Balboa, il campione italo-americano, e Ivan Drago, il temibile e glaciale sovietico; il film tuttavia lascia nel finale un messaggio di pace.

Trama

In piena Guerra Fredda, l’Unione Sovietica decide di lanciare una sfida al pugilato professionistico statunitense mandando sul suolo americano l’imponente e glaciale Ivan Drago, detentore della medaglia d’oro olimpica. L’intenzione dei suoi manager è quella di organizzargli un incontro con Rocky Balboa, il campione mondiale dei pesi massimi in carica ma quando questi rifiuta, è l’ex detentore del titolo e suo amico Apollo Creed a raccogliere la sfida, desideroso di tornare a combattere, nonostante si sia ritirato dal mondo della boxe da ormai cinque anni. Intuendo la pericolosità dell’avversario, Rocky cerca di convincere Apollo a lasciar perdere ma quando l’amico si dimostra irremovibile, accetta suo malgrado d’assisterlo all’angolo.

L’incontro, presentato come un’esibizione amichevole, viene organizzato all’MGM di Las Vegas con la partecipazione del cantante James Brown e corredato da balli ed esibizioni folkloristiche. Ma una volta iniziato, già al primo round il sovietico dimostra avere tutt’altre intenzioni, rivelando una forza notevole e mettendo Apollo in grave difficoltà. Al suono della campana, Rocky comunica all’amico, vistosamente ferito, che vorrebbe gettare la spugna ma Apollo glielo impedisce e, pochi minuti dopo, cade sotto i devastanti pugni dell’avversario, finendo per morire tra le braccia dello Stallone Italiano.

Finito nella bufera mediatica per non aver gettato la spugna e intenzionato a vendicare l’amico, Rocky accetta quindi d’incontrare Drago sul quadrato. A causa delle tensioni fra i due paesi, la federazione statunitense gli fa sapere che non riconoscerà l’incontro e che, in caso di sconfitta, perderà comunque il titolo mondiale. L’incontro viene fissato dal capo delle autorità sovietiche Nicoli Koloff a Mosca, nel giorno di Natale e senza nessun premio in denaro per il vincitore. Rocky dunque parte assieme al suo allenatore Tony Evers e al cognato Paulie, lasciando a casa il figlio Robert e la moglie Adriana, in disaccordo sulla sua scelta per timore di perderlo.

Giunto al suo alloggio, un cascinale nell’immensa steppa sovietica, come aveva espressamente richiesto, Rocky inizia ad allenarsi, sotto la stretta sorveglianza delle guardie del corpo che gli sono state assegnate. La sua preparazione, consistente in jogging mattutino, scalata di montagne innevate, taglio della legna e svariati esercizi fisici, differisce completamente da quella di Drago, per il quale vengono messi a disposizione macchinari sofisticati ed iniezioni di steroidi.

Il tempo passa e finalmente arriva il giorno dell’incontro, che si svolge alla presenza di tutta l’Intelligencija sovietica.

Drago attacca ferocemente ed inizia subito a mettere Rocky in difficoltà, ma questo mostra la sua proverbiale resistenza e capacità d’incasso. Al secondo round reagisce e, sferratogli un pugno, lo ferisce ad un sopracciglio. Ciò spaventa il sovietico, che inizia a perdere fiducia, soprattutto quando vede che, ogni volta che lo atterra, Rocky si rialza. Il combattimento si protrae fra il crescente imbarazzo delle autorità locali e il pubblico che nel frattempo comincia ad acclamare a gran voce il nome del pugile americano. Finalmente, alla quindicesima ed ultima ripresa, Rocky manda ko il sovietico. L’incontro dunque termina e, presa la parola, lo Stallone Italiano pronuncia parole di riconciliazione venendo alla fine applaudito anche dal premier russo e portato in trionfo dai tifosi e dai suoi cari mentre porta sulle spalle la bandiera a stelle e strisce.

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Davide Greco

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